mercoledì 9 ottobre 2013

Killer is Dead


E' bello constatare come Grasshopper stia compiendo sensibili progressi nel concepire del vero e proprio gameplay 'action'; partendo dai No More Heroes, che si reggevano ben più su micidiale senso del ritmo, caratterizzazione e divagazioni strampalate che non sulla tecnica, si è arrivati con Killer is Dead ad un combat system in fondo ancora semplice ma ben strutturato e coeso, non privo di sfumature emergenti lungo la curva d'apprendimento e supportato da un interessante sistema di valutazione e punteggio.
Il fattore 'stylish' è subordinato ad una serie di rapporti di forza e di causa-effetto, alla ricerca di bonus corrispondenti, oltre che ai risultati in termini energia risparmiata, uccisioni totali e tempo di esecuzione, a requisiti segreti diversi per ogni missione.
La principale modalità d'indebolimento degli avversari è una ripetuta e catartica pressione del tasto d'attacco, senza enfasi sulla variazione creativa di sequenze temporizzate di tasti o di 'switch' d'arma concatenati.
La riserva di sangue, che si carica più velocemente quanto più a lungo si mantiene una combo di spada a sua volta di vorticosità incrementale, razionalizza il gameplay limitando l'uso delle tecniche più efficaci. 'Burst rush' uccide istantaneamente qualsiasi avversario privo di armatura non impegnato in movimenti evasivi; 'adrenaline burst', a seguito di una schivata perfettamente temporizzata, è una scarica di fendenti in bullet-time sull'avversario inerme; 'Musselback' è il braccio bionico multifunzionale upgradabile che consente un fuoco rapido di default, un colpo caricato, dei proiettili ghiacciati in grado di rallentare i nemici e una trivella anti-armature.
L'irrobustimento del comparto ludico ha determinato rispetto agli standard della casa una certa flessione sul versante della narrazione e della costruzione del contesto. La cornice è estemporanea, fatta di semplici menu che tentano di rimescolare le carte presentando con uno strano disordine i vari episodi, saltellanti da bislacche suggestioni astrologiche e mitologico-folkloristiche a mini-eventi voyeuristici d'appuntamento&conquista: un risultato sbrigativo  e sconnesso che, facendo di necessità virtù, concorre al fascino dell'esperienza quanto il tripudio stilistico audiovisivo che la contraddistingue.

Nessun commento:

Posta un commento