Sul finir del 2010, Fable è ancora una volta un action senza battle system; un rpg senza crescita statistica del personaggio, senza inventario, senza dialoghi articolati; un gioco d'esplorazione senza enigmistica ambientale e senza level design.
E' la ciliegina sulla torta senza la torta, il contorno senza l'arrosto, l'epitaffio senza il morto.
Fable (1.)3 è un remake del remake.
E' surreale constatare che nella revisione del gameplay si sia lavorato per sottrazione rispetto alle già evanescenti meccaniche originali, facendo scomparire barra dell'energia, punti esperienza, selezione libera delle espressioni.
D'industriale, oltre alla rivoluzione che ha leggermente alterato i reami bucolici di Albion, c'è la quantità di bug e glitch du cui i giocatori della prima ora saranno potenziali vittime fino all'inevitabile patch [effettivamente arrivata, dopo enorme ritardo n.d. xPeter]; da cosette innocue come il cane che fluttua a diversi metri d'altezza a vere e proprie disfunzioni uccidi-esperienza che possono impedire l'avanzamento nell'avventura dopo ore e ore investite nel gioco.
Nonostante l'impalpabilità congenita e la prevedibilità dei caratteri di tale inconsistenza ludica, Fable è comunque in grado d'intrattenere nel suo accogliente mondo virtuale; è serafico, compassato, da prendere con filosofia. Ancora una volta.
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