domenica 2 gennaio 2011

Dead Rising 2

Dead Rising 2 potrebbe rientrare nella casistica dei sequel con poca anima.
O meglio, l'anima, che sta tutta nella formula complessiva e non certo nella  "nuova" trama e caratterizzazione, s'è limitato a rubarla al predecessore, mostrandosi pavido e reverente di fronte a cotanto originario anticonformismo.
A distanza di  alcuni anni, quella sorta di Groundhog Day zombesco, situazione da rivivere più volte a piacimento scoprendone le sfumature ed i dettagli a mo' di self-service, è ancora la stessa genialata.

Tutto è rimasto ciecamente fedele, dall'ambientazione che cambia senza che nulla cambi (il casinò è un centro commerciale con le slot machine)  ai ritmi dettati dagli stessi stringenti limiti di tempo;  identico è anche lo schema logistico: rifugio separato da un condotto dell'aerazione dal resto della mappa ed operatrice che osserva i monitor e comunica a distanza.
La figlioletta di Chuck, periodicamente bisognosa di un antidoto alla mutazione, è emblematica come potenziale di discontinuità non sfruttato, comportando esclusivamente qualche giro vizioso supplementare. 
Rimanendo in ambito Capcom, è successo un po' come nel caso di Resident Evil 5; restare bloccati, troppo ossequiosi nei riguardi di un titolo di riferimento autoconclusivo e giudicato vincente tanto da  essere intoccabile, porta  tendenzialmente a risultati solidi ma meno significativi, ad una replica.

A differenza di RE5, che non riusciva a riprodurre i fasti del 4 proprio in termini di puro game design, Dead Rising 2 sembra capace di divertire anche più del titolo d'esordio; il lavoro interno alla formula è mirato e convincente, con un nuovo sistema di combinamento dell'oggettistica che introduce tanta varietà e sperimentazione e più evolute dinamiche della massa di non-morti e dei superstiti.
Qualche rammarico per i caricamenti, anche se il numero bestiale di elementi su schermo forse li ha resi inevitabili come compromesso tecnico, e per la maggior parte dei boss, al solito rudimentali in quanto a meccaniche.

L'esperienza di gioco, assuefacente e ricolma di tocchi di classe, è completata dai DLC indipendenti di dimensione compatte; se Case 0 è un prologo ideale, forte dello scenario a cielo aperto di provincia americana, Case West è una ripetizione abbastanza sterile e poco suggestiva del solito tran-tran.

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