
Sulla gestione di queste ultime si fondano sia il senso di sfida, quello stimolo ad auto-imporsi disciplina e dedizione alla ricerca di un appagamento astratto, sia l'effetto collaterale della frustrazione e dell'esasperazione, non sempre ben sposato al fine ultimo che è l'evasione.
Race Driver Grid è il primo racing ad implementare un salvagente anti-arrabbiatura, che ben si abbina alla moderna filosofia per la quale il gioco dev'essere più un'esperienza da godere al meglio che una sorgente di troppi grattacapi.
All'opzione di ritiro, nefasta per il punteggio di reputazione e per i premi in denaro previsti dalla competizione, e a quella di retry, piuttosto irritante nel caso si danneggi irreparabilmente l'auto proprio nelle ultime curve dell'ultimo giro, si aggiunge in corso di gara la terza eventualità del “flashback”. Un replay istantaneo può essere richiamato e riavvolto a ritroso nel tempo fino a poco prima dell'incidente\errore\fatalità; il tutto in tempo reale e senza caricamenti intrusivi, ma limitato ad uno stabilito quantitativo di utilizzi, in modo da non compromettere in toto la giusta tensione. E' un antidoto elegante ed efficiente alle tipiche reazioni scomposte del giocatore meno dotato di pazienza.
Per quanto riguarda il suo carattere più tradizionale, GRID potrebbe rientrare nella definizione di arcade di lusso; ben lontano da velleità simulative e tutt'altro che inflessibile, ma curato con dovizia sul piano dell'attenzione al particolare, della varietà dell'offerta e di una certa corposità del modello di guida. Dai precedenti TOCA eredita quella vena eclettica che lo fa spaziare dal gran turismo alle muscle car, passando per le competizioni drift e il destruction derby; allo stesso modo, estrapola e rielabora tutta una serie di spunti da titoli come Dirt, Project Gotham Racing e Need for Speed, arrivando ad un risultato originale e senza dubbio riuscito. Le sue attrattive vanno dalla soddisfacente impressione di mordere l'asfalto scaricandoci sopra i cavalli del proprio bolide (con la dovuta accortezza, poichè il testa coda è dietro l'angolo), all'agonismo pungolato da avversari coriacei e da una condotta di gara che incentiva brutalmente sportellate e ogni tipo di scortesia.
La scelta delle agevolazioni di guida, in particolare il controllo della trazione, incide sull'esperienza di guida e risulta determinante anche in funzione della periferica di controllo a propria disposizione; tenere accese tutte le funzioni di aiuto, probabilmente il modo migliore per assaporare la competizione senza addentrarsi eccessivamente in quel campo ibrido tra disimpegno e pretesa, rende agevole anche l'utilizzo della mera tastiera, abbastanza da compensare l'impossibilità di regolare l'erogazione della potenza e la frenata tramite gli input digitali. Per cogliere al meglio il feeling con l'auto ed il tracciato occorre munirsi di un pad dotato di leve, o meglio, di grilletti analogici - quello di Xbox360 è l'ideale, per sensibilità e configurazione.
I sali scendi di San Francisco, con relativi salti a piena velocità nella paura di arrivare troppo lanciati e scomposti all'insidiosa curva successiva, il duomo nello sfondo del circuito di Milano ed il passaggio dal giorno alla notte in tempo reale (con relativa diminuzione di visibilità) nella spossante 24 ore di Le Mans sono sintomo della varietà dei tracciati, sia sul piano estetico, sia sul piano del track design. I circuiti cittadini, concepiti per l'occasione, alternano curve a gomito a strettoie pericolose, punendo entrate in curva errate e tempismi di frenata mal calcolati con collisioni nocive col bordopista; nei circuiti ufficiali, riproducenti quelli reali come il Nurburgring, si raggiungono velocità più elevate ed è proficuo tenersi sulle traiettorie gommate, per scongiurare le escursioni fuori pista.
La rappresentazione grafica è veloce, fluida, dinamica e non scende a compromessi con il dettaglio; i modelli delle vetture sono complessi, cangianti di riflessi, intaccati nella verniciatura dal continuo cozzare e raschiare, deformati dagli urti; i filtri dell'immagine e lo stile complessivamente asciutto ma ricco di particolari restituiscono un colpo d'occhio piacevolmente uniforme e cromaticamente coerente; lo stesso motore grafico è relativamente agile e performante, garantendo prestazioni ottimali su computer di specifiche medio-alte. Ad accompagnare l'aspetto visuale sarebbe potuta intervenire durante le corse una selezione musicale dal giusto tasso adrenalinico, ma si è scelto di lasciar parlare il solo rombo dei motori.
La modalità carriera prevede dapprima una serie di contratti liberi, con cui racimolare il budget sufficiente a mettersi in proprio e gestire una scuderia; una rassicurante voce guida ed alcuni filmati di presentazione introdurranno di volta in volta eventi ed opzioni. Le gare sono distribuite su tre aree continentali, Europa, America e Giappone, attraverso le quali si avanza in termini di punti esperienza e di patenti, sbloccando progressivamente nuove sfide.
Gli intermezzi tra le gare potranno essere occupati da una sorta di gestione micro-economica della propria scuderia. Stabilire accordi con gli sponsor equivale ad assumersi degli impegni nei risultati di gara; più importante è lo sponsor, maggiori saranno gli introiti e superiori saranno i requisiti per i premi in denaro. Durante la stagione risulta utile a fini di classifica affidarsi ad un compagno di squadra capace; al solito, piloti più abili pretenderanno in cambio delle loro prestazioni compensi più generosi. A completare la cornice extra-agonistica, non può mancare il meccanismo di vendita e acquisto di auto, la cui interfaccia è contestualizzata come mercato online su cui effettuare le transazioni.
Nel complesso, Race Driver GRID non può che lasciare con un sorriso compiaciuto; che si tratti d'immergersi nella gara dalla visuale interna, impostata dagli occhi del pilota, di ricercare in solitaria il miglior tempo, mettendo in luce l'adeguata profondità del divertito modello di guida, o di gettarsi nella concitata modalità online fino a 12 giocatori, varietà e senso di sfida rimangono una costante.
E' pur vero che la natura stessa dell'esperienza non permetta di escludere problemi di incompatibilità del singolo giocatore con il feeling complessivo, derivante da un insieme di comportamento su pista, fisica e danni mediato tra carattere arcade e qualche concessione al realismo; si tratterebbe, comunque, di un fisiologico effetto collaterale che nulla toglie al racing di Codemasters in termini di valore assoluto.